Rivoluzioni indietro

 

Siamo ormai al 6 settembre, e la piccola rivoluzione è quasi compiuta. Per quanto mi riguarda, c’è ancora un passo da fare; poi, tutto cambierà.

No, non sto parlando del rischio default Italia, né del governo che sembrerebbe lanciare gli ultimi rantoli di agonia (tanto sappiamo tutti che non cadrà mai, nemmeno se ci mettiamo a spingere tutti insieme). Parlo di qualcosa che, all’apparenza, con il governo non c’entra nulla, ma in realtà, tanto per cambiare, del governo è colpa.

Mi riferisco alla legge Levi sull’editoria, che preclude a qualsiasi operatore economico del settore di praticare sconti sui libri nuovi superiori al 15%, se non in determinati periodi promozionali o in occasione di fiere.

Tra qualche giorno mi arriverà l’ultimo pacco da Amazon, carico di libri che da tempo soggiornavano nella lista dei desideri di Anobii. Libri improbabili e difficili da trovare; in un caso, quello de I Miti Nordici di Gianna Chiesa Isnardi, lo stesso Amazon mi sta segnalando che non sa se e quando mi verrà spedito. Poco importa. Non è una lettura programmata, è uno di quei libri “da consultazione” che prenderà il suo posticino in libreria accanto a I Miti Greci di Robert Graves.

Dopo, il passo da compiere è ordinare il tablet, che mi costerà, all’incirca, come una dozzina di libri a prezzo pieno; e poi saranno solo e-book.
Il proposito è di non comprare neanche un libro nei prossimi dodici mesi. Da leggere, ne ho a bizzeffe. Oltre ai nove che devono arrivarmi ne ho altri cinque o sei che avevo ordinato ai primi di agosto, più tutti gli arretrati di una vita da lettrice media e compratrice di libri compulsiva. Devo fare un po’ di conti, ma credo di essere a posto almeno per i prossimi due anni, senza contare gli e-book.

Quel che è certo è che non metterò più piede in una libreria Mondadori se non per sfogliare, valutare lo stile di scrittura, controllare se c’è qualche novità potenzialmente interessante. Mi dispiace tanto per i librai, quelli che stanno dentro le librerie, intendo, ma quando il gioco si fa duro, tocca tirar fuori le unghia. E le mie sono lunghe, laccate e pronte a colpire. Del resto i librai sono i primi a non essere contenti di questa ennesima leggina ad uso e consumo delle aziende del Premier. Guarda caso ora sul loro sito del gruppo, BOL.IT, spicca a lettere cubitali una vendita promozionale di Mondadori al 25% e i Remainders, ossia le scorte di magazzino, al 50%. Tutti a fare incetta…

Gli altri. Io, aspetto che questo Paese rinsavisca, prima o poi. Prima che l’industria dei libri faccia la stessa fine di quella discografica.

 

 

2 commenti

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2 risposte a “Rivoluzioni indietro

  1.  Che bella razionalità: io acquisto i libri come le donne le scarpe, quindi anche se per motivi economici e volumetrici( non so più dove mettere i libri letti mentre quelli da leggere occupano una piccola libreria ) ho drasticamente ridotto l’acquisto dei libri, non ne ho mai fatto una questione di prezzo. Dopotutto non fumo  e compro solo un paio di scarpe l’anno. Discorso diverso l’ebook: giustamente temi un suicidio degli editori che ad oggi sembrano ben convinti di imitare le case discografiche degli anni ’90. Eppure basterebbe così poco per trasformare l’ebook in strumento di guadagno e sviluppo ( tipo includerlo nel prezzo del cartaceo o ridurne il prezzo singolo ad 1/3 del cartaceo invece di essere praticamente identico come ora. Mai sentito tu che un pazzo sia rinsavito?

  2. mi sono dovuta convertire alla razionalità quando ho scoperto i metri quadri che mi servirebbero per comprare tutti i libri che vorrei. non sono i libri a costare troppo, son sempre le case…

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