Di Harold & Maude, ovvero come vorremmo che ci raccontassero l’Amore.

Il miracolo dell’amore. Secoli e secoli di epica, epigrammi, haiku, canzoni di gesta, sonetti, romanzi. Tutti incentrati sulla nascita e la scoperta del sentimento, sul vero passaggio iniziatico dall’infanzia all’età adulta.

Tutti a raccontarci nelle più disparate salse la nascita dell’amore tra creature straordinarie, bellissime Elene, Angeliche, Giuliette o Cosette e altrettanto belli Paridi, Medori, Romei e Marius.

Dall’Iliade a Twilight l’amore è sempre stato privilegio delle belle e degli eroi.

Noi poveri e oscuri mortali sappiamo tuttavia dalle nostre vite miserabili che così non è. Sappiamo che l’amore non solo può infiammare anche il più meschino degli uomini e la più laida delle donne, ma che miracolosamente, a volte, è ricambiato.

Harold e Maude è la storia del vero amore, quello che si spoglia di ogni orpello sociale e va contro le più radicate convenzioni. L’amore che nasce dall’esperienza mistica, non religiosa ma, appunto, sentimentale, e si sublima in una persona reale. Tutti noi conosciamo quello stato nascente (mi si perdonerà se cito Alberoni?) che ci assale ogni volta che un’esperienza si prende la briga di volerci cambiare la vita. Non è un caso che grandi amori nascano durante i viaggi e le rivoluzioni: ci innamoriamo degli ambienti, delle atmosfere, e il fortunato che ci capita in mezzo, se è affine al nostro sentire, diventa immediatamente l’oggetto di quell’amore che trasuda.

Maude è per se stessa un’esperienza di Harold; così come Harold, per Maude, è un meraviglioso mondo da scoprire. Ognuno di loro genera uno stato nascente per l’altro: Maude è così forte nella propria carica emotiva da riportare alla vita il nevrotico Harold; Harold è il regalo inaspettato per gli ultimi giorni di Maude.

Tutto il resto, ha importanza? Non per due negletti come loro.

Il rifiuto totale degli schemi sociali, non deliberato ma viscerale, li porta ad un sentimento per altri inaccettabile.

E questo è il vero amore, che meriterebbe d’esser cantato ed esaltato più d’ogni altro: l’amore che non trova senso se non in se stesso, l’amore tautologico, assoluto, l’amore come scelta di sopravvivenza. L’amore che i più fortunati di noi hanno occasione di vivere, almeno una volta nella vita.

Così forte e spiazzante che nessuno aveva mai avuto il coraggio di raccontarlo prima del 1971.

E nessuno lo avrebbe quarant’anni dopo.

P.S.: la scena che compare nell’anteprima del video io nel film non l’ho vista. Temo che sia stata censurata. Troppo scandalo un casto bacio.

 

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